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Se le poesie di Martina Dini fossero carte dei tarocchi, dentro ognuna vi si potrebbe leggere lo stesso destino in sfumature differenti, nei colori indelebili dell’adolescenza e in quelli sbiaditi di certe giornate sghembe, nel respirare insieme che sostituisce il baciarsi, nei piedi ostinatamente scalzi che non lasciano il contatto con la terra. Leggerla è entrare nella sua vita avvolti dallo stesso mistero con cui tratta sé stessa, e per questa ragione si esce dal suo libro custodendo uno stupore rinnovato, legato alla gratitudine: che al mondo ci sia tanta aggrovigliata bellezza nelle cose piccole, e che occhi così grandi possano mostrarcela.
Nadia Terranova
Tag: Martina Dini