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Grazia Deledda nasce a Nuoro nel 1871 in una famiglia dell’agiata borghesia. Frequenta le scuole elementari fino alla quarta classe. La sua formazione continua in ambito familiare dove le vengono impartite lezioni private di italiano, latino e francese accompagnate da un’intensa esperienza di lettrice autodidatta. La storia della sua famiglia viene segnata da una serie di eventi dolorosi e tragici. Nel 1888, ancora diciassettenne, pubblica il suo primo racconto “Sangue sardo” sulla rivista romana “L’ultima moda”. In questi anni collabora intensamente con riviste romane, sarde e milanesi. Il suo primo romanzo “Anime oneste” (1895) le conferisce una certa notorietà e l’opera successiva "La via del male"(1896) incontra anche il favore di Luigi Capuana. Nel 1900 si sposa con Palmiro Madesani, un funzionario del Ministero delle Finanze, e si stabilisce a Roma dove soggiornerà per il resto della sua vita. Nella capitale viene in contatto con alcuni dei maggiori esponenti della cultura italiana contemporanea. Nel 1903 viene pubblicato “Elias Portolu”, il suo romanzo più apprezzato, cui seguiranno altre opere di successo, tra cui “Cenere” (1904), “L'edera” (1908), "Canne al vento" (1913), "L'incendio nell'oliveto" (1918) e "La madre" (1920). Nel 1926 le viene conferito il premio Nobel per la letteratura. Muore a Roma nel 1936.
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Unanimemente ritenuto il capolavoro di Grazia Deledda, “Canne al vento” narra le vicende delle dame ..
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